D.P.R. 8 agosto 1994. Atto di indirizzo e coordinamento alle regioni e alle province autonome di Trento e di Bolzano per l’adozione di piani di protezione, di decontaminazione, di smaltimento e di bonifica dell’ambiente, ai fini della difesa dai pericoli
D.P.R. 8 agosto 1994.
Atto di indirizzo e coordinamento alle regioni e alle province
autonome di Trento e di Bolzano per l’adozione di piani di
protezione, di decontaminazione, di smaltimento e di bonifica
dell’ambiente, ai fini della difesa dai pericoli derivanti
dall’amianto.
Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale 26 ottobre 1994, n. 251.
IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
Vista la legge 27 marzo 1992, n. 257, recante norme relative alla cessazione dell’impiego
dell’amianto;
Visto, in particolare, l’art. 6, comma 5, che prevede l’emanazione di atti di indirizzo e di
coordinamento delle attività delle regioni e delle province autonome di Trento e di Bolzano di cui
all’art. 10 della stessa legge, ai sensi dell’art. 2, comma3, lettera d), della legge 23 agosto 1988, n.
400;
Considerato che il richiamato art. 10 dela legge 27 marzo 1992, n. 257, prescrive l’adozione da parte
delle regioni e delle province autonome di Trento e di Bolzano, dei piani di protezione
dell’ambiente, di decontaminazione, di smaltimento e di bonifica ai fini della difesa dai pericoli
derivanti dall’amianto;
Tenuto conto degli approfondimenti effettuati dalla commissione per la valutazione dei problemi
ambientali e dei rischi sanitari connessi all’impiego dell’amianto;
Sentita la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di
Trento e di Bolzano, nella seduta del 14 aprile 1994;
Visto l’art’ 1, comma1, lettera hh), della legge 12 gennaio 1991, n. 13;
Vista la deliberazione del Consiglio dei Ministri, adottata nella riunione del 29 luglio 1994;
Sulla proposta del Presidente del Consiglio dei Ministri, di concerto con i Ministri della sanità,
dell’ambiente, dell’industria, del commercio e dell’artigianato e per la funzione pubblica e gli affari
regionali;
Decreta:
È approvato il seguente atto di indirizzo e coordinamento delle attività delle regioni e delle province
autonome di Trento e di Bolzano in materia di difesa dei pericoli derivanti dall’amianto.
Art. 1 – Piani regionali e delle province autonome.
1. Le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano adottano, ai sensi dell’art. 10 dela legge
27 marzo 1992, n. 257, i piani di protezione dell’ambiente, di decontaminazione, di smaltimento e di
bonifica, ai fini della difesa dai pericoli derivanti dall’amianto, tenendo conto dei criteri indicati
negli articoli seguenti e secondo le modalità di cui all’art. 12, comma 3 della legge 27 marzo 1992,
n. 257.
Art. 2 – Censimento dei siti interessati da attività di estrazione
dell’amianto
1. Non esistendo siti interessati da attività di estrazione dei minerali finalizzata alla produzione di
amianto, sono censiti soltanto i siti estrattivi di pietre verdi.
Art. 3 – Censimento imprese che utilizzano o hanno utilizzato
amianto nelle attività produttive e censimento delle imprese
che svolgono attività di smaltimento e bonifica
1. Il censimento delle imprese che utilizzano o abbiano utilizzato l’amianto nelle
rispettive attività produttive ovvero che svolgono attività di smaltimento e bonifica
dell’amianto, viene effettuato con l’ausilio della relazione annuale di cui al comma 1
dell’art.9 della citata legge n. 257 del 1992.
2. In fase di applicazione della citata legge n. 257 del 1992, per tali imprese si
considerano esaustivi i dati forniti in conformità della circolare del Ministero
dell’industria, del commercio e dell’artigianato del 17 febbraio 1993, pubblicata nella
Gazzetta Ufficiale n. 53 del 5 marzo 1993.
3. Allo scopo di uniformare le modalità di controllo delle regioni e delle province
autonome sulla completa ottemperanza al censimento da parte delle ditte interessate,
può essere operato un controllo incrociato, che si avvale delle seguenti fonti:
• a) individuazione dei codici ISTAT di riferimento delle attività produttive
maggiormente implicate in via potenziale nel censimento; l’elenco di cui
all’allegato B può costituire un utile riferimento;
• b) reperimento, tramite le camere di commercio, degli elenchi con relativi
indirizzi delle singole aziende iscritte per ciascun codice di attività
• c) reperimento, tramite INAIL, dell’elenco delle imprese che corrispondono il
premio assicurativo per la voce “silicosi ed asbestosi”.
4. Il censimento delle imprese deve essere uniformato allo schema tipo di cui
all’allegato A, che costituisce la base minima di informazioni da richiedere, ferma
restando la facoltà di ciascuna regione e provincia autonoma di richiedere ulteriori
informazioni, ritenute opportune.
Art. 4 – Predisposizione di programmi per dismettere l’attività
estrattiva e realizzare la relativa bonifica dei siti.
1. Nella predisposizione di programmi per realizzare la bonifica dei siti interessati da attività
estrattiva dell’amianto, si prendono in considerazione i seguenti aspetti:
• a) la stabilizzazione geotecnica della zona di coltivazione, ricorrendo anche, ove
necessario, ad interventi di consolidamento e/o disgaggio e/o rimodellazione dei
fronti;
• b) la stabilizzazione geotecnica delle discariche di sterili e delle altre zone
interessate da movimento terra nell’ambito dell’attività mineraria;
• c) la prevenzione dei rischi di inquinamento dell’acqua e dell’aria;
• d) la risistemazione ambientale e paesaggistica e l’eventuale possibilità di
riutilizzo successivo delle aree dismesse;
• e) lo smantellamento dei fabbricati o di quelle parti degli stessi che risultano
inquinati da amianto, o in alternativa, ove possibile, la bonifica e le proposte di
recupero per i fabbricati stessi;
• f) i controlli sulla qualità dell’ambiente, con particolare riguardo ai tenori di fibra
in atmosfera, durante ed al termine delle operazioni di bonifica;
• g) i controlli geotecnici in corso d’opera, laddove siano previste significative
opere di risistemazione morfologica;
• h) la salvaguardia di eventuali giacimenti di altri minerali di potenziale interesse
estrattivo all’interno della stessa area. Tale attività dovrà essere condotta nel
rispetto delle norme di cui al capo III del decreto legislativo 15 agosto 1991, n.
277, e successive modificazioni ed integrazioni.
Art. 5 – Armonizzazione dei piani di smaltimento dei rifiuti di
amianto con i piani di organizzazione dei servizi di
smaltimento dei rifiuti di cui al decreto del Presidente della
Repubblica 10 settembre 1982, n. 915.
1. I rifiuti di amianto classificati sia speciali che tossici e nocivi, ai sensi del decreto del Presidente
della Repubblica 10 settembre 1982, n. 915, devono essere destinati esclusivamente allo
smaltimento mediante stoccaggio definitivo in discarica controllata.
2. Le regioni e le province autonome predispongono un piano di smaltimento dei rifiuti di amianto
che individua la tipologia, il numero e la localizzazione degli impianti da utilizzare per lo
smaltimento di tali rifiuti, basato sulla valutazione delle tipologie e dei relativi quantitativi di rifiuti
di amianto presenti sul territorio, nonché su una appropriata analisi territoriale.
3. Il piano di smaltimento dei rifiuti di amianto costituisce parte integrante del piano di
organizzazione dei servizi di smaltimento dei rifiuti di cui all’art. 6 del citato decreto 915 del 1982.
Art. 6 – Individuazione dei siti che devono essere utilizzati per
l’attività di smaltimento dei rifiuti di amianto.
1. I rifiuti di amianto devono essere smaltiti mediante impianti di stoccaggio definitivo in discarica
di seconda o terza categoria, nel rispetto delle prescrizioni e dei vincoli di cui alla deliberazione 27
luglio 1984 del Comitato interministeriale di cui all’art. 5 del citato decreto n. 915 del 1982,
appositamente autorizzati ai sensi dell’art. 6 del decreto suindicato.
2. Lo smaltimento può avvenire in impianti già esistenti, ovvero in nuovi impianti, autorizzati anche
allo smaltimento di altre tipologie di rifiuti, a condizione che esso avvenga in una distinta porzione
di impianto a ciò esclusivamente destinata e che vengano previste in sede organizzativa apposite
prescrizioni in ordine all’immediato interramento dei rifiuti di amianto, alla tenuta di appositi
registri di presa in carico, alla imposizione di vincoli sull’utilizzo dell’area di discarica dopo la
chiusura e sistemazione finale, al fine di evitare la possibilità di messa in circolo di fibre di amianto.
3. Limitatamente ai rifiuti costituiti da sostanze o prodotti contenenti amianto legato in matrice
cementizia o resinoide, classificabili quali rifiuti speciali ai sensi del citato decreto n. 915 del 1982,
è consentito lo smaltimento anche in discariche di seconda categoria-tipo A, purché tali rifiuti
provengano esclusivamente da attività di demolizione, costruzione e scavi. Dovranno essere
adottate, eventualmente, anche in sede autorizzata, apposite norme tecniche e di gestione atte ad
impedire l’affioramento dei rifiuti contenenti amianto durante le operazioni di movimentazione.
Art. 7 – Controllo delle condizioni di salubrità ambientale e di
sicurezza del lavoro.
1. Le regioni utilizzando i dati dei censimenti di cui alle lettere b) ed l) del comma 2 dell’art. 10
della citata legge n. 257 del 1992, individuano le attività nelle quali è presente un rischio di
esposizione a fibre di amianto per i lavoratori e, conseguentemente, predispongono un piano di
indirizzo per l’intervento delle strutture territoriali finalizzato:
• a) alla vigilanza sul rispetto delle norme specifiche per la protezione dei
lavoratori nelle imprese in cui sia presente un rischio lavorativo da amianto;
• b) alla valutazione preventiva di piani di lavoro relativi agli interventi di bonifica
di amianto, presentati ai sensi dell’art. 34 del citato decreto n. 277 del 1991, e
alla vigilanza sulla esecuzione degli interventi stessi;
• c) alla valutazione di rischi connessi alla presenza di amianto in edifici, strutture
e impianti, e al rilascio di opportune prescrizioni ai datori di lavoro.
2. Annualmente le strutture territoriali inviano alla propria regione una relazione sulla attività
svolta, nella quale risulti indicato:
• a) operatore/i della struttura responsabile degli interventi di prevenzione per i
lavoratori esposti al rischio di amianto;
• b) livelli di esposizione alle fibre di amianto nelle imprese in attività nel
territorio;
• c) interventi di bonifica di edifici, impianti e/o strutture contenenti amianto
effettuati nel territorio;
• d) interventi di prevenzione effettuati dalla struttura presso le imprese
interessate;
• e) interventi di prevenzione effettuati presso edifici, impianti e/o strutture
interessate e relative prescrizioni impartite circa i piani di controllo e
manutenzione.
Art. 8 – Rilevazione sistematica delle situazioni di pericolo
derivanti dalla presenza di amianto.
1. I piani regionali, identificando una scala di priorità, prevedono controlli periodici in relazione alle
seguenti possibili situazioni di pericolo:
• a) miniere di amianto dismesse;
• b) stabilimenti dismessi di produzione di materiali contenenti amianto;
• c) materiale accumulato a seguito delle operazioni di bonifica su mezzi di
trasporto vari (vagoni ferroviari, navi, barche, aerei, ecc.);
• d) capannoni utilizzati e/o dismessi con componenti in amianto/cemento;
• e) edifici e strutture dove è presente amianto spruzzato;
• f) impianti industriali dove è stato usato amianto per la coibentazione di tubi e
serbatoi.
2. Nelle indagini riguardanti le miniere di amianto dismesse le regioni e le province autonome si
avvalgono della collaborazione dei competenti uffici del Corpo delle miniere.
3. I dati e le informazioni relativi ai censimenti, alle rilevazioni e alle indagini previsti dal presente
atto di indirizzo e coordinamento sono comunicati ai comandi provinciali dei vigili del fuoco
territorialmente competenti, per l’acquisizione di elementi conoscitivi necessari alla predisposizione
dei piani d’intervento di rispettiva competenza.
Art. 9 – Controllo delle attività di smaltimento e di bonifica
relative all’amianto.
1. Le regioni predispongono un piano di indirizzo per l’intervento delle strutture territoriali
finalizzato:
• a) alla vigilanza e controllo sui siti interessati da operazioni di bonifica che
possono dar luogo a produzione di rifiuti di amianto. Nelle suddette azioni di
vigilanza e controllo le strutture territoriali verificano in particolare, oltre quanto
già previsto dall’art. 34 del citato decreto legislativo n. 277 del 1991:
1. la corrette classificazione dei rifiuti di amianto, ai sensi della normativa
vigente;
2. le modalità di confezionamento, manipolazione ed ammasso temporaneo
dei rifiuti di amianto;
3. l’efficienza del sistema di confinamento dell’area oggetto di bonifica;
4. la corretta valutazione e rilevamento del livello di inquinamento interno
ed ewsterno all’area interessata prima, durante e dopo l’intervento
medesimo;
5. la documentazione di legge relativa all’affidamento delle operazioni di
bonifica ad una ditta specializzata iscritta all’albo di cui all’art. 12 delle
citata legge n. 257 del 1992;
6. la documentazione di legge relativa alla consegna dei rifiuti di amianto ad
un trasportatore autorizzato;
7. la documentazione di legge relativa alla consegna dei rifiuti di amianto
trasportati ad una discarica idonea ed autorizzata;
• b) alla vigilanza e controllo sulle imprese che provvedono alle operazioni di
bonifica, in ottemperanza a quanto previsto dall’art. 9 della citata legge n. 257
del 1992.
2. Le regioni predispongono un piano di indirizzo per il coordinamento delle funzioni di controllo
sulle attività di smaltimento dei rifiuti, esercitate dalle province, finalizzato:
• a) alla vigilanza e controllo, con frequenza almeno semestrale, sulle imprese
che provvedono alla raccolta ed al trasporto dei rifiuti di amianto, verificando, in
particolare, la documentazione di legge relativa alla consegna ad un impianto di
smaltimento idoneo ed autorizzato;
• b) alla vigilanza e controllo, con frequenza almeno semestrale, sui sistemi di
smaltimento che accolgono i rifiuti di amianto, verificando, in particolare, la
documentazione relativa alla gestione dell’impianto prevista dalle norme in
materia.
3. Al termine dell’intervento di bonifica viene verificato, dalle strutture di vigilanza e controllo, il
grado di risanamento raggiunto dall’area, anche al fine di stabilire la destinazione d’uso.
4. Annualmente le strutture territoriali inviano alla propria regione una relazione dettagliata
sull’attività svolta.
Art. 10 – Predisposizione di specifici corsi di formazione
professionale e rilascio di titoli di abilitazione.
1. I corsi di formazione vengono articolati in relazione al livello professionale del personale a cui
sono diretti:
• a) operativo, rivolto ai lavoratori addetti alle attività di rimozione, smaltimento
e bonifica;
• b) gestionale, rivolto a chi dirige sul posto le attività di rimozione, smaltimento
e bonifica.
2. I corsi di livello operativo sono mirati all’acquisizione della sensibilizzazione alla sicurezza e
della consapevolezza del rischio, nonché all’uso corretto dei sistemi di protezione e al rispetto delle
procedure operative. Devono prevedere la trattazione almeno dei seguenti argomenti:
• a) rischi per la salute causati dall’esposizione a fibre di amianto;
• b) sistemi di prevenzione con particolare riguardo all’uso corretto dei mezzi di
protezione respiratoria;
• c) finalità del controllo sanitario dei lavoratori;
• d) corrette procedure di lavoro nelle attività di bonifica e smaltimento.
3. I corsi destinati al livello operativo hanno una durata minima di trenta ore.
4. I corsi di livello gestionale sono differenziati per gli addetti alle attività di bonifica (rimozione o
altre modalità) di edifici, impianti, strutture, ecc. coibentati con amianto e per gli addetti alle attività
di smaltimento dei rifiuti di amianto. 5. Tali corsi comprendono anche le responsabilità e i compiti
della direzione delle attività, i sistemi di controllo e di collaudo, i criteri di scelta dei sistemi di
protezione. Prevedono la trattazione almeno dei seguenti argomenti:
• a) rischi per la salute causati dall’esposizione a fibre di amianto;
• b) normative per la protezione dei lavoratori e la tutela dell’ambiente: obblighi
e responsabilità dei diversi soggetti, rapporti con l’organo di vigilanza;
• c) gestione degli strumenti informativi previsti dalle norme vigenti;
• d) metodi di misura delle fibre di amianto;
• e) criteri, sistemi e apparecchiature per la prevenzione dell’inquinamento
ambientale e la protezione collettiva dei lavoratori: isolamento delle aree di
lavoro, unità di decontaminazione, estrattori e sistemi di depressione;
• f) mezzi di protezione personale, ivi compresi loro controllo e manutenzione;
• g) corrette procedure di lavoro nelle attività di manutenzione, controllo, bonifica
e smaltimento;
• h) prevenzione e gestione degli incidenti e delle situazioni di emergenza.
6. I corsi destinati al livello gestionale hanno una durata minima di cinquanta ore.
7. Il rilascio dei relativi titoli di abilitazione avviene da parte delle regioni o province autonome
previa verifica finale dell’acquisizione degli elementi di base relativi alla sicurezza e alla
prevenzione del rischio da amianto con riferimenti specifici all’attività cui saranno addetti i discenti
8. I corsi regionali previsti dall’art. 10, lettera h) della citata legge n. 257 del 1992 sono preceduti da
opportune attività di coordinamento e di indirizzo, secondo quanto previsto dall’art. 5, lettera b),
della citata legge n. 257 del 1992. Tale attività può essere supportata da corsi nazionali di
formazione dei formatori affidandone la responsabilità attuativa ad istituti, enti nazionali e
territoriali, dotati di idonee strutture tecnico-scientifiche.
9. I corsi di formazione regionale per il personale delle strutture di controllo sono finanziati
attraverso quota parte dei contributi concessi a favore delle regioni e delle province autonome ai
sensi dell’art. 16, comma 2, della citata legge n. 257 del 1992. I corsi di formazione professionale
per gli addetti di cui all’art. 10, comma 2, lettera h), della citata legge n. 257 del 1992 saranno
finanziati con intervento economico dei soggetti richiedenti ed eventualmente supportati da
contributi pubblici.
Art. 11 – Strumentazione necessaria per lo svolgimento delle
attività di controllo previste dalla legge 27 marzo 1992, n. 257.
1. Le regioniprovvedono ad assicurare alle proprie strutture di controllo almeno la seguente
strumentazione:
• a) microscopio elettronico analitico, a scansione e/o a trasmissione;
• b) diffrattometro a RX e/o spettrofotometro IR oltre al personale necessario.
2. Le strutture a livello subregionale dovranno essere dotate almeno di:
• a) microscopio ottico a contrasto di fase;
• b) strumentazione per il campionamento delle fibre aerodisperse.
3. Ogni Unità operativa territoriale sarà dotata di:
• a) strumentazione per il campionamento delle fibre aerodisperse;
4. La strumentazione di cui ai commi 1, 2 e 3 può essere integrata o sostituita tenendo conto della
evoluzione tecnologica.
Art. 12 – Censimento degli edifici nei quali sono presenti
materiali o prodotti contenenti amianto libero o in matrice
friabile.
1. Il censimento viene realizzato secondo la procedura indicata nell’art. 12, comma5, della citata
legge n. 257 del 1992.
2. Il censimento ha carattere obbligatorio e vincolante per gli edifici pubblici, per i locali aperti al
pubblico e di utilizzazione collettiva e per i blocchi di appartamenti.
3. A tal fine i rispettivi proprietari sono chiamati a fornire almeno i seguenti elementi informativi:
• a) DATI RELATIVI AL PROPRIETARIO DELL’EDIFICIO
cognome e nome;
data e luogo di nascita;
residenza;
telefono
denominazione della società (per le società indicare i dati del legale
rappresentante) (per i condomini indicare i dati dell’amministratore);
sede;
partita IVA; telefono, telefax;
codice fiscale.
• b) DATI RELATIVI ALL’EDIFICIO
indirizzo;
uso a cui è adibito;
tipo di prefabbricato;
prefabbricato;
parzialmente prefabbricato;
tradizionale;
interamente metallico;
in metallo e cemento;
in amianto-cemento;
non metallico;
data di costruzione;
area totale mq;
numero piani;
numero locali;
ditta costruttrice (denominazione, indirizzo, telefono);
se prefabbricato: ditta fornitrice (denominazione, indirizzo, telefono);
numero occupanti;
ditta/e incaricata/e della manutenzione.
• c) DATI RELATIVI AI MATERIALI CONTENENTI AMIANTO (indicare il tipo di
materiale e l’estensione)
materiali che rivestono superfici applicati a spruzzo o a cazzuola;
rivestimenti isolanti di tubi e caldaie;
pannelli interni;
altri materiali.
4. Il censimento, almeno nella prima fase, ha carattere facoltativo per le singole unità abitative
private per le quali, ove ne ricorrano i presupposti, i relativi proprietari potranno essere invitati a
fornire gli elementi informativi in loro possesso sulla base dello schema di cui al comma 3, lettera
b). Anche sulla base delle risposte ricevute, le unità sanitarie locali potranno riconsiderare
opportunamente il contenuto e le modalità di tale parte del censimento.
ALLEGATO A
FAC-SIMILE DI SCHEDA DI CENSIMENTO
Censimento di cui all’art. 10 lettera b), della legge n. 257/1992
Ditta ……………………………………………………………..
con sede legale in via……………………………………….. n. ….
comune di …………………………… cap. ……. tel. n. …………
telefax n. ……………… iscrizione C.C.I.A.A. n. …………………
unità produttiva sita in via …………………………… n. ….
comune di …………………………… cap. ……. tel. n. …………
codice fiscale e/o partita IVA ……………………………………….
esercente l’attività di ……………………………………….
…………………………………………………………………..
codice ISTAT ……………………….. codice INAIL …………………
titolare o legale rappresentante ……………………………………..
nato a ……………………………………………….. il ……….
residente in via ……………………………………………………
comune di …………………………… cap. ……. tel. n. …………
Nell’anno 1993
Ha utilizzato amianto nelle proprie attività produttive;
Ha utilizzato fino al ………………………. amianto nelle proprie attività produttive;
Ha operato nelle attività di smaltimento di amianto;
Ha operato nelle attività di bonifica da amianto;
Ha già presentato notifica di attività;
ai sensi art. 25 del D. Lgs. n. 277/1991;
ai sensi art. 9 della legge n. 257/1992.
Luogo e data ……………………………………………………….
ALLEGATO B
ELENCO DEI CODICI ISTAT DELLE AZIENDE CON POSSIBILE
PRESENZA DI AMIANTO
• A) ATTIVITÀ MAGGIORMENTE INTERESSATE (elencare quelle con asterisco in
ordine di numero).
• B) ALTRE ATTIVITÀ (elencare le altre in ordine di numero).
10 Industria della produzione e distribuzione di energia elettrica, gas, vapore ed
acqua calda.
17 Industria della raccolta, depurazione e distribuzione dell’acqua.
35 Industria della costruzione e montaggio di autoveicoli, carrozzerie, parti ed
accessori.
140 Industria petrolifera.
221 Siderurgia (secondo il trattato C.E.C.A.) escluse le cokerie annesse a
stabilimenti siderurgici.
222 Fabbricazione di tubi di acciaio.
224.1 Produzione di metalli non ferrosi di prima e seconda fusione; prima
trasformazione dei metalli non ferrosi; laminazione, stiratura, trafilatura,
estrusione ed altre lavorazioni.
233 Produzione ed estrazione di sale.
241 Produzione di materiali da costruzione in laterizio.
* 242 Produzione di cemento, calce e gesso.
* 243.1 Fabbricazione di prodotti in amianto-cemento.
243.2 Produzione di elementi da costruzione in calcestruzzo, di modellati, di
mattoni ed altri prodotti silico-calcarei, di prodotti in pomice-cemento.
* 244 Produzione di articoli in amianto (ad esclusione degli articoli di amiantocemento).
* 247 Industria del vetro.
240 Produzione di prodotti in ceramica.
251 Produzione di prodotti chimici di base (compresi altri prodotti derivati
ottenuti da successive trasformazioni).
255 Produzione di mastici, pitture, vernici e inchiostri da stampa.
256 Produzione di altri prodotti chimici principalmente destinati all’industria e
all’agricoltura.
257 Produzione di prodotti farmaceutici.
311 Fonderie.
327.4 Costruzione di apparecchiature igienico-sanitarie e di macchine per
lavanderie e stirerie.
328 Costruzione, installazione e riparazione di altre macchine ed apparecchi
meccanici.
* 328.4 Costruzione e installazione forni industriali non elettrici.
341 Produzione di fili e cavi elettrici.
345.1 Costruzione o montaggio di apparecchi radioriceventi, televisori,
apparecchi elettroacustici.
345.4 Costruzione di componenti elettronici.
* 361 Costruzione navale, riparazione e manutenzione di navi.
362.2 Riparazione di materiale rotabile ferroviario e tranviario.
363 Costruzione e montaggio di cicli, motocicli e loro parti staccate.
364 Costruzione e riparazione di aeronavi.
411 Industria dei grassi vegetali e animali.
417 Industria delle paste alimentari.
419 Industria della panificazione, pasticceria e biscotti.
420 Industria della produzione e raffinazione dello zucchero.
421.1 Produzione del cacao, cioccolato e caramelle.
423.1 Preparazione del caffè, di succedanei del caffè e del the.
424 Industria dell’alcool etilico, di acquaviti e liquori.
425 Industria del vino.
427 Industria della birra e del malto.
429.2 Lavorazione e confezione dei tabacchi.
438 Industria per la produzione di arazzi, tappeti, copripavimento, linoleum e
‘tele cerate.
439.1 Produzione di feltri battuti (non per cappelli).
439.5 Produzioni di cordami e spaghi di qualsiasi tipo di fibra.
441 Concia e tintura delle pelli e del cuoio.
471 Produzione della pasta-carta, della carta e del cartone.
472 Trasformazione della carta e del cartone, fabbricazione di articoli in carta,
cartone e ovatta di cellulosa.
481 Industria della gomma.
482 Ricostruzione di pneumatici, vulcanizzazione e riparazione di pneumatici.
483 Industria dei prodotti delle materie plastiche.
491.1 Produzione di oreficeria, argenteria, bigiotteria e coniazione di monete e
medaglie.
493.2 Produzione, sincronizzazione e doppiaggio di films.
501 Costruzioni edili restauro e manutenzione fabbricati.
* 503.1 Installazione di impianti di riscaldamento, di condizionamento, idricosanitari
e di distribuzione di gas e di acqua calda.
613.2 Commercio all’ingrosso di materiali da costruzione.
613.3 Commercio all’ingrosso di articoli per installazioni.
614.2 Commercio all’ingrosso di macchine per costruzioni edili.
614.3 Commercio all’ingrosso di altre macchine, di utensileria e attrezzature per
l’industria, il commercio e la navigazione.
614.3 Commercio all’ingrosso delle macchine, accessori e attrezzi agricoli,
compresi i trattori.
614.7 Commercio all’ingrosso ai veicoli e accessori.
615.2 Commercio all’ingrosso di articoli in ferro e in altri metalli (ferramenta).
648.2 Commercio al minuto di articoli casalinghi, di ceramica e vetreria.
648.6 Negozi di ferramenta e casseforti.
649.2. Commercio al minuto di articoli igienico-sanitari e da costruzione.
651 Commercio al minuto di automobili, motocicli e natanti.
654.4 Commercio al minuto di articoli sportivi, armi e munizioni.
654.7 Commercio al minuto di macchine e attrezzature e prodotti per
l’agricoltura e il giardinaggio.
671.1 Riparazioni di autoveicoli (esclusa la riparazione di carrozzeria).
671.3 Riparazioni di motoveicoli e biciclette.
710 Ferrovie.
721 Metropolitane, tranvie e servizi regolari di autobus.
725 Trasporti con impianti a fune.
740 Trasporti marittimi e cabotaggio.
750 Trasporti aerei.
781 Attivitàconnesse ai trasporti terrestri.
783 Attività connesse ai trasporti marittimi ed al cabotaggio (porti marittimi ed
altre installazioni marittime).
784 Attività connesse ai trasporti aerei (aeroporti e aerodromi).
843 Noleggio di macchinari e di attrezzature contabili e per ufficio, compresi i
calcolatori elettronici ed i registratori di cassa (senza operatore fisso.