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Divieto amianto in Italia e all’estero

Divieto amianto in Italia e all’estero

Di amianto e divieto amianto si è sentito molto parlare negli ultimi anni, soprattutto a cavallo del 1992, quando l’asbesto è stato vietato in Italia.

In quel periodo, è stato davvero un duro colpo sapere che il materiale del quale erano fatte buona parte delle case e delle industrie era stato considerato cancerogeno e pericoloso.

L’Italia, sotto questo punto di vista, si è mossa con un certo anticipo (ma mai abbastanza, come vedremo). È stato infatti il primo Stato europeo a vietare l’uso di amianto, la sua commercializzazione e la vendita.

Divieto amianto in Italia

Nel 1992 l’Italia ha vietato, con la legge 257/92, la produzione di amianto. Nel 1993 viene vietata del tutto la sua commercializzazione e importazione. Questa legge arriva comunque in sensibile ritardo rispetto ai danni causati da questo materiale. Già negli anni sessanta si sospettava che questo materiale causasse pericolose malattie. Si notava infatti una correlazione fra le malattie respiratorie e le persone che lavoravano nel settore dell’amianto o che vi erano esposte.

La legge italiana oltre al divieto amianto comporta anche l’obbligo di denunciare la presenza di questo materiale, sia esso in buone condizioni o meno. Infatti tutte le regioni devono predisporre un censimento dei siti contaminati con amianto, e per farlo ogni proprietario di edifici o immobili con amianto deve effettuare la denuncia.

Tuttavia nel 1992 moltissimi manufatti con asbesto erano già costruiti, di modo che la legge si è occupata anche di regolamentare il loro smaltimento e censimento. Ma quale è la situazione sul divieto amianto in Italia e all’estero?

La situazione all’estero 

Il divieto di amianto esiste in Italia nel 1992, ma all’estero c’è più confusione sul tema. In Europa, il divieto amianto è scaturito qualche anno dopo, sulla scia della decisione dell’Italia e di altri paesi di bandire questo materiale.

All’estero, molte nazioni hanno bandito questo materiale, che però non è universalmente riconosciuto come cancerogeno. Infatti diversi studi, finanziati da industrie che si occupano di estrazione amianto, hanno voluto dimostrare che un tipo di amianto (il crisotilo) non è dannoso per la salute. Una soluzione scorretta secondo l’OMS e la maggior parte delle organizzazioni di prevenzione del cancro.

Gli USA ad esempio autorizzano la produzione dell’amianto crisolito, revocando il divieto del 1989. Eppure tutte le forme di amianto sono dannose per la salute, nonostante ciò gli interessi delle aziende nel settore sono riusciti a prevalere in tanti Paesi. Ne consegue che moltissimi Paesi, Cina, Russia, Brasile e Canada producono ancora amianto.

L’amianto è un materiale che quindi ancora oggi viene usato in diverse parti del mondo nonostante ci siano evidenze scientifiche sulla sua pericolosità. In particolare è stato riconosciuto come cancerogeno e può sviluppare tumori dei polmoni e del mesotelio, oltre a gravi malattie polmonari come asbestosi. La maggior parte dei Paesi riconosce la sua pericolosità ma vengono fatte anche delle eccezioni. Tuttavia, come hanno dimostrato gli enti che si occupano di tutela della salute, tutti i tipi di amianto sono pericolosi e potenzialmente cancerogeni. Il divieto quindi dovrebbe essere sempre generalizzato.

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